Parabola intergalattica

In quella domenica di maggio, calda ma molto ventosa, durante la Festa di Primavera a Formello, accadde qualcosa di veramente strabiliante. Nella facciata della casa a mattoni rossi c’era una parabola, naturalmente bianca, che all’improvviso divenne gigantesca ed iniziò ad illuminarsi dall’interno e piano, piano mise sempre più a fuoco immagini di paesaggi strani, mai visti… terrestri? Si! Si! Disse la gente attratta dalla parabola: è il deserto africano, no le praterie tibetane, no, no, niente di mai visto neanche sui libri! Ma allora cos’erano mai quelle immagini di rocce, pianure, valli e colline e crateri di colori strani indefiniti? Le persone sempre più numerose non capivano e il non capire dava a tutti un senso di vuoto, di paura che divenne terrore quando dalla parabola si iniziò ad udire suoni fortissimi, acuti, striduli, da far male alle orecchie. Poi i rumori si affievolirono e sembravano avere una cadenza, una sequenza, ma alcuni dissero che erano parole, sono parole, qualcuno sta parlando! Ma se erano parole, erano incomprensibili. I suoni divennero sempre più nitidi e chiari e si udì chiaramente come una voce fuori campo: Sono Amul rappresentante degli Zari abitanti del pianeta X9C9PYAB della IV Galassia dell’Universo Verde. Ci siamo messi in contatto con voi perché abbiamo bisogno di aiuto. Io so che nell’immenso universo solo voi terrestri potete salvarci! La gente sta morendo di una strana malattia che si è diffusa. Nessuno mangia più, nessuno ha più voglia di mangiare ed uno dopo l’altro le persone alla fine muoiono.

- E noi come possiamo aiutarvi? – disse uno dei coraggiosi che aveva raccolto il grido d’aiuto

- Non lo so, ma fate presto, fate presto! – disse dalla parabola Amul – Nel campo c’è una scavatrice, ma in realtà è una porta per il nostro pianeta. Usatela, sarà un viaggio di andata e ritorno.

Intanto la notizia dell’evento straordinario si era sparsa velocemente a Formello e cominciarono ad arrivare giornalisti, tv. Nel paese si iniziarono i consulti tra medici, scienziati, filosofi… ma non si trovava una soluzione certa. Il tempo stringeva quando dalla casa rossa si affacciò una signora non più giovanissima, si chiamava Rosa.

- Ho io la soluzione, lasciate fare a me! Si chiuse in cucina e iniziò a lavorare. Dopo qualche ora si riaffacciò.

- Entrate in casa – disse – e prendete tutte le pietanze che ho preparato e portatele alla scavatrice!

E così furono teletrasportate lasagne, fettuccine, melanzane alla parmigiana, piatti colmi di tutte le meraviglie culinarie del nostro paese. I Zarani furono salvati dall’estinzione tanto che dopo un po’ iniziarono a soffrire di sovrappeso!

E Rosa? Rosa, la grande, aprì il primo ristorante intergalattico!!!

 

Paolo Enrico Centurelli

Lista "Fiabe e primavera"
Lista "Fiabe e primavera"

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