Mettere le ali per spiccare il volo

In quella domenica di maggio, calda ma molto ventosa, durante la Festa di Primavera a Formello, accadde qualcosa di veramente strabiliante. Passeggiando tra i vari stand, sentii una musica molto bella e soave che mi attirava. Mi avvicinai verso il fondo della piazza da dove proveniva e vidi una bellissima creatura che danzava. Più la guardavo e più mi immergevo nel suo mondo straordinario. Danza e ballerina si confondevano l’una nell’altra, non distinguevo più le due cose. Restai estasiata da tanta bellezza e non riuscivo più a distogliere lo sguardo da quello spettacolo.

Mentre ero rapita in quel mondo, all’improvviso venni risvegliata dallo squillo del mio telefonino che mi riportava bruscamente alla realtà. Era il capo del mio ufficio che mi chiamava per avvertirmi sulle cose che dovevo ancora sbrigare. Peccato, non sarei voluta andare via così subito. Ritornai al lavoro e in serata incontrai delle amiche per andare al cinema. Incredibile, il film si intitolava “Il cigno nero” e parlava proprio di una storia di una ballerina. Parlai alle mie amiche della mia esperienza alla festa di primavera e tutte e tre unanime mi convinsero ad iscrivermi ad un corso di danza classica.

Passai tutta la notte a riflettere sulle cose che mi erano accadute: il film, la serata passata con le amiche, i loro consigli di iscrivermi a danza, ma soprattutto pensavo a Lei che mi aveva sconvolto la giornata. Quello che cercavo in realtà era danzare come Lei. Era un sogno e mi sembrava impossibile raggiungerlo, ma sentivo che faceva parte di me e non riuscivo a liberarmi di quell’immagine. Il giorno successivo andai sul sito dello Ials per informarmi sui corsi di danza classica e ne vidi alcuni adatti alle mie esigenze e compatibili con gli orari di lavoro. Decisi di fare il passo e di iscrivermi al corso di Barbara che si teneva ogni giovedì alle 19.

Sono passati ormai due anni dal mio primo incontro con la danza. Ho scoperto che Barbara era la prima ballerina del teatro dell’Opera, un’insegnante straordinaria che mi ha aiutato a superare tutti i miei blocchi iniziali. Mi sentivo goffa e non riuscivo a liberare il mio copro nella musica. Senza il suo aiuto avrei lasciato immediatamente il corso, ma il suo insistere è stato importante per me: mi ha insegnato che se vuoi ottenere dei risultati nella vita non devi fermarti ai primi ostacoli.

Andai avanti e fui invitata a tutti i suoi spettacoli al teatro dell’Opera, dove ogni volta rivivevo l’emozione che avevo provato allo spettacolo della festa di primavera. La danza era diventata per me pane di vita e i frutti sono arrivati già dopo il primo anno.

Non mi ricordo più né quando né come, ma fu qualche giorno dopo che andai ad uno dei suoi spettacoli che all’improvviso comincia a danzare dimenticandomi di me e liberando dal mio corpo tutte quelle forme mentali che lo avevano tenuto imprigionato sino ad allora. Era come se avessi messo le ali per spiccare il volo e mi resi conto che quelle ali senza accorgermene le avevo sempre possedute.

 

Antonietta Petriella

 

Lista "Fiabe e primavera"
Lista "Fiabe e primavera"

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