L'intrepido viaggio a Mela fantastica

In quella domenica di maggio, calda ma molto ventosa, durante la Festa di Primavera a Formello, accadde qualcosa di veramente strabiliante. Vidi un insolito animale, era piuttosto di corporatura piccola con delle zampe da topo e la testa da grifone. Senza fare rumore, a passi felpati e cercando di non cadere, lo seguii. Ad un tratto si aprì un portale che portava ad un paese strano, insolito, fantastico. Senza farmi alcuno scrupolo, entrai in quel varco. Il tragitto non fu molto breve: dovemmo attraversare tre porte, una più piccola delle altre e infine arrivammo in un paese che si chiamava “Mela fantastica” e dovevo scegliere se andare nel “bosco tremolante” o nel “bosco meraviglioso”.

A quel punto non mi rimaneva che andare a “Bosco meraviglioso”

- Forse non sarei mai arrivata a questo punto, se avessi ascoltato la mamma. Chissà cosa sta facendo mio fratello? – pensai tra me e me

Verso la fine del mio camminare apparve un fantastico castello. Iniziò a piovere e allora bussai alla porta di quell’immenso castello senza pensare all’ospitalità che in generale nella mia città era molto importante. Appena arrivata la regina mi accolse gioiosamente, mi fece un bagno caldo con oli profumati, mi diede un vestito sgargiante e molto vivace. Mi sentivo felicissima. Mentre dormivo pensavo alla mia famiglia che si separava da me e di soprassalto mi svegliai. Mentre andavo a prendere un bicchiere d’acqua sentii la regina che diceva: “Il nostro piano ha funzionato, la ragazza non è andata al paese di bosco tremante e domani la daremo in pasto al Ciciarampa”. Senza esitare capii il trabocchetto e verso l’una di notte corsi in cucina, preparai delle provviste, a passi felpati corsi in camera, mi preparai un vestito pratico e con le lenzuola mi calai di sotto e corsi dalla regina a Bosco tremante e l’avvisai dell’accaduto. Lei mi disse che una leggenda raccontava che un giorno sarebbe arrivata una ragazza che li avrebbe liberati. La regina prese la spada del coraggio e me la diede, ma le risposi: “Io non sono coraggiosa.” Lei mi sussurrò: “Così è scritto, provaci.” Così arrivò il giorno della battaglia e convinta uccisi con tutto il coraggio che avevo il Ciciarampa. La regina mi fece esprimere un desiderio e io espressi di tornare dalla mia famiglia. Appena tornai chiesi a mio fratello se aveva sentito la mia mancanza e lui mi rispose che anche se ero sparita una mezz’ora aveva sentito la mia mancanza. Quella lezione mi ha insegnato che la cosa più importante era la mia famiglia.

 

Eleonora (11 anni)

 

Lista "Fiabe e primavera"
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